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Il vino deve rispecchiare il territorio di provenienza ed essere autentico e genuino: #Intervistando Michele Ciani, Aquila del Torre

Come nasce Aquila del Torre?

Aquila del Torre è un sogno che si realizza attraverso mio nonno e mio padre nel 1996. Apparentemente sembra una storia già vista o già sentita in cui le generazioni si susseguono nella coltivazione della vite e nella produzione del vino, ma in realtà è stata una scelta più personale e più profonda. Una scelta di stile di vita guidata dalla passione e dall’amore per il Friuli collinare e per la sua natura. Ogni Friulano DOC che si rispetti ha nel cassetto il desiderio di produrre vino sulle colline del Friuli e dedicarsi alla produzione delle varietà autoctone per antonomasia.

Che varietà coltivi e che denominazioni ti rappresentano.

La varietà picolit è il fiore all’occhiello della nostra produzione. La sua natura è simile al carattere di un tipico personaggio friulano, riservato e parco, ma nel momento in cui si esprime dà tutto se stesso.

Il friulano e il refosco dal peduncolo rosso sono i migliori compagni di viaggio per scoprire il Friuli collinare. Savorgnano del Torre si trova nella zona settentrionale di produzione dei Colli Orientali del Friuli. In particolare le varietà aromatiche quali il sauvignon blanc e riesling trovano una certa vocazione in questi luoghi in cui ci sono ampie escursioni termiche tra la notte ed il giorno nel periodo pre-vendemmiale.

Quale messaggio vuoi dare con il tuo vino?

Tutti i vini Aquila del Torre sono prodotti da uve di alta qualità coltivate esclusivamente nella nostra azienda secondo i metodi propri dell’agricoltura biologica. Dall’annata 2013 tutti i vini sono certificati biologici e vengono prodotti con un messaggio insito di rispetto delle risorse naturali. Personalmente credo che i vini debbano rispecchiare il territorio di provenienza e debbano essere autentici e genuini.

Cosa ti lega di più al tuo territorio, e cosa ritrovi di questo nel vino che produci?

Ogni bottiglia è un piccolo tassello di un puzzle che rende l’immagine intera di quale sia il lavoro svolto sia in vigneto che in cantina. Il mestiere del vignaiolo in Friuli collinare è un lavoro di estrema responsabilità sia per la salvaguardia dei terreni in pendenza che per la tutela del paesaggio. Equilibri piuttosto delicati, delicati quanto i sentori che si possono percepire nei vini prodotti in questi luoghi.

Quali sono i sapori tipici della tua terra che ti piace abbinare di più ai tuoi vini?

Gli abbinamenti per tipicità e per tradizione sono quelli che preferisco a dispetto dei tecnicismi, le produzioni locali di ortaggi sono quelle che per prime mi vengono in mente ora. In questo mese di maggio appena trascorso l’asparago bianco friulano che viene prodotto poco distante dalla nostra azienda vitivinicola è una vera e propria delicatezza. I nostri vini bianchi aromatici si abbinano benissimo.

Un tuo bel ricordo enologico.

Agosto 2010, la prima vendemmia in ci abbiamo deciso di fermentare anche i mosti dei bianchi con i lieviti indigeni. La preparazione del “piede” di fermentazione è di fondamentale importanza. Ci sono più popolazioni di lieviti che concorrono alla trasformazione dello zucchero in alcool e non solo, certi profumi che si percepiscono in quel frangente sono a dir poco eterei. Ogni anno la raccolta delle uve è un rituale. Mi piace immaginare i lieviti come dei piccoli omini con un volto grottesco che si stringono la mano in cerchio, eseguono danze e piroette, una grande festa.

Il vino: passione solitaria o condivisa?

La nostra azienda vitivinicola è a carattere famigliare e non potrebbe essere altrimenti. La carica e l’energia dell’ambiente familiare, secondo me, si trasmette anche nei vini che produciamo.

Passioni a parte il vino: cosa ami fare nel tempo libero?

Attualmente il tempo libero è scarso, soprattutto perché sto per diventare papà per la seconda volta e pure a settembre, in piena raccolta delle uve bianche. Nel mio tempo libero comunque, mi dedico alla meditazione e a ritemprare lo spirito. La musica è una ottima compagna per riallinearsi al flusso.

Un sogno, un rimpianto e un progetto.

Il mio sogno nel cassetto è quello di produrre il Riesling di riferimento in Friuli, qui a Savorgnano del Torre ci sono tutti i migliori presupposti. Il rimpianto è di non averne messo a dimora abbastanza.

Credo che visitare il territorio di origine dei vini sia una chiave di lettura importantissima per comprenderne tutti gli aspetti. La semplice degustazione nonostante possa essere tecnica non è sufficiente. Attualmente ospitiamo numerosi ospiti nel nostro bed-and-breakfast Oasi Picolit e abbiamo in progetto di incrementare l’attività di accoglienza con una nuova struttura che segue i principi della bio-architettura.

Un messaggio agli amici di Svinando.

Spesso mi capita di essere affiancato alle degustazioni da persone che mi sviolinano apprezzamenti per il mestiere che faccio e mi sento dire "Che fortuna fare il tuo lavoro”. Personalmente mi sento veramente fortunato di essere un vignaiolo, soprattutto perché dedico il mio tempo ad una attività che definisco concreta. Il mio lavoro si materializza in un qualcosa che ha valore e che viene apprezzato. Un invito personale che rivolgo a tutti è quello di dedicarsi con la mente e con il corpo ad attività il più possibile concrete. Credo che viviamo un periodo storico in cui tutto è molto rapido e mutevole, spesso è anche incerto e fittizio. La concretezza di vivere e di sentire le stagioni che passano, la consistenza dei sapori e dei profumi degli alimenti di cui ci nutriamo e il senso pratico delle attività che svolgiamo nobilita e valorizza la nostra esistenza ed il nostro animo.

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