Come è nata l’azienda?
L’azienda è nata nei primi anni 70 quando mio padre, Ferruccio Lamborghini, ritiratosi dalle sue aziende, decise di ritornare alle proprie origini. Era infatti figlio di agricoltori emiliani e, se da giovane aveva voluto seguire la sua passione motoristica, dopo i 50 anni cambiò vita e divenne agricoltore. Perché arrivò in Umbria non l’ho mai capito esattamente ma quello che è certo è che si innamorò del Lago Trasimeno e delle dolci colline che lo circondano. La prima annata commercializzata fu il 1975, che è anche il mio anno di nascita.
Che varietà coltivi e che denominazioni ti rappresentano.
Dal 1996, anno in cui ho iniziato ad occuparmi direttamente della Tenuta, è stata reimpiantata la quasi totalità dei vigneti. Senza stravolgere quello che era già stato fatto ho deciso di continuare con le varietà a bacca rossa già presenti quali sangiovese, ciliegiolo e merlot aggiungendo un po’ di cabernet sauvignon, mentre ho deciso di abbandonare le varietà bianche. La zona di Panicale, dove produciamo, ricade nell’area geografica dei Colli del Trasimeno ma, essendo questa DOC abbastanza antiquata e quasi interamente da rivedere, io preferisco uscire sul mercato come IGT Umbria.
Quale messaggio vuoi dare con il tuo vino?
Il messaggio che più di ogni altro vorrei trasmettere è quello di evidenziare come l’Italia sia una terra favolosa, dove anche in aree meno note enologicamente si producono grandi cose.
Cosa ti lega di più al tuo territorio, e cosa ritrovi di questo nel vino che produci?
C’è un profondo legame affettivo che passa da mio padre alle persone che lavorano con me. Strettamente al territorio, amo la bellezza semplice dei paesaggi ed il Lago Trasimeno che cambia con il cambiare delle stagioni. Essendo i vigneti a meno di un km. dal Lago, il microclima dell’area è particolare e sicuramente questo si rispecchia nei vini che produco.
Quali sono i sapori tipici della tua terra che ti piace abbinare di più ai tuoi vini?
Sicuramente i salumi saporiti e pepati, i primi piatti con magari un sugo di cinghiale, le carni arrosto ma anche, nel caso di Trescone ed Era, primi piatti di pesce di lago oppure il Tegamaccio (una zuppa di pesce di lago) o una carpa regina in porchetta.
Un tuo bel ricordo enologico.
Tutti gli incontri fatti con altri viticoltori, alcuni davvero illuminanti.
Il vino: passione solitaria o condivisa?
Passione che parte da te e quindi solitaria, me che essendo tale ti porta per forza a volerla condividere con gli altri.
Passioni a parte il vino: cosa ami fare nel tempo libero?
Viaggiare, stare con le persone a cui voglio bene, leggermi un bel libro magari sorseggiando un bicchiere di vino.
Un sogno, un rimpianto e un progetto.
Credo che vivere nel presente sia il modo migliore di affrontare la vita. Un progetto, che poi è anche un sogno, sarebbe quello di ristrutturare parte della cantina.
Un messaggio agli amici di Svinando.
Un bel bicchiere di vino a fine giornata è un vero toccasana!
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