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Cosa: Merlot e Cabernet, con una punta di Petit Verdot
Perché: Per la sua delicata nota minerale
Perfetto con: Cacciagione e selvaggina
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Cosa: Merlot e Cabernet, con una punta di Petit Verdot
Perché: Per la sua delicata nota minerale
Perfetto con: Cacciagione e selvaggina
Deep garnet-purple colored, the 2018 Olivier has a wonderfully intense perfume of kirsch, Black Forest cake, black raspberries and cassis, with suggestions of red roses, pencil shavings and underbrush. The medium to full-bodied palate is chock-full of ripe, expressive black and red berry layers, supported by finely grained tannins and well-knit freshness, finishing with great length and purity.
A beautiful, tight young wine, yet it delivers plenty of plum, chocolate, walnut and forest-floor character. It’s full-bodied, but so poised and refined. Nicely crafted. Try after 2023.
This estate dating to the 12th century is enjoying a new era with recent releases, including this. The wine is dense and structured, packed with dark plum-skin flavors and rich tannins. It has a promising future and shouldn't be drunk before 2025. ROGER VOSS
Pessac-Léognan è una zona vitivinicola e AOC, ossia Appellation d'Origine Contrôlée, che si trova nella parte settentrionale della regione di Graves. Siamo ovviamente nella regione di Bordeaux, e per la precisione sulla cosiddetta riva sinistra. A differenza della maggior parte delle denominazioni bordolesi, Pessac-Léognan è conosciuta sia per la produzione di vini rossi che per quelli bianchi. In questo caso Château Olivier propone un elegante taglio bordolese classico, con Merlot in netta prevalenza che conferisce al vino finito ricchezza e sentori fruttati. Con lui Cabernet Sauvignon, necessario per aggiungere al prodotto finito la giusta dose di tannicità, e una piccola percentuale, circa il 2% di un altro vitigno tipico della regione, il Petit Verdot. Il suo apporto è fondamentale per completare il quadro, dato che aggiunge al vino finito una inconfondibile nota minerale. Buono già oggi, questo Pessac-Léognan non teme il passare degli anni. E’ oggi, e lo sarà ancora a lungo, un favoloso vino da tutto pasto. Ottimo con la cacciagione e con la selvaggina.
Nel 1867, Alexandre de Bethmann fu eletto sindaco di Bordeaux. Nello stesso periodo la sua famiglia acquistò Château Olivier che ancora oggi, a distanza di quasi due secoli, è gestito con passione e competenza da uno dei suoi discendenti. Ben lungi dall’essere gratificati da un passato così lungo, a Château Olivier si continua a investire, anno dopo anno, in innovazione. Recentemente, per esempio, grazie a ingenti investimenti, sono stati effettuati lavori importanti di rinnovamento degli storici vigneti. Oggi la gestione della tenuta è affidata a Laurent Lebrun, noto manager vitivinicolo, che ha saputo creare attorno a sé un team competente e appassionato.
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